Ci sono luoghi che non si lasciano attraversare soltanto con lo sguardo, ma che parlano all’anima di chi li osserva. Questa poesia alla Luna nasce dal dialogo intimo con uno di quei luoghi: custode silenzioso di emozioni, sguardi, desideri e memorie di chi vi è passato, amato, sofferto o semplicemente sostato.
È un omaggio a ciò che resta anche quando tutto cambia, a quella forza invisibile che raccoglie e restituisce bellezza, dolore e amore in egual misura.
A chi legge, l’augurio di lasciarsi attraversare da queste parole come da un vento che non chiede il permesso, ma che smuove ciò che attendeva di essere risvegliato.
Ti guardo e tu, generosa, mi rimandi emozioni di passioni lontane.
Quanti occhi ti hanno supplicato, quanti sguardi si sono incontrati, ignari, implorandoti di avvicinare cuori e allontanare dolori.
E tu hai tenuto tutto per te, in silenzio, restituendo luce a chiunque ti guardasse con cuore aperto.
Illuminando notti insonni, amori clandestini, desideri di amanti lontani che galeotta facevi incontrare, tu, unico luogo di perdizione e al contempo di ristoro.
Ti guardo e senza tempo, mi riempio di te, di lacrime mai piante, di sogni mai realizzati, di ululati di lupi, di canti di dannati, di ubriachi e di amanti felici, di ultimi desideri, di grida di guerra, di sospiri leggeri, di occhi stupiti e segreti mai svelati.
Mi inebrio di te e danzo nei tuoi mondi con un’energia nuova che non conosce tempo, spazio, non ha forma ne’ ritmi conosciuti.
Sfinita cado al suolo e, con occhi terreni ma emozioni divine, consegno alla tua luce ogni mia sensazione:
tienila con te nei cassetti senza tempo, insieme a quelle di chiunque abbia rivolto un pensiero al tuo cospetto…e rendila disponibile a chiunque, un giorno, abbia voglia di bere alla tua fonte.
Io non ci sarò ma lei vivrà in eterno in chi saprà cercarla nei tuoi molteplici occhi




